Realizzata per volontà di papa Pio IV (Giovanni Angelo Medici) all’indomani del Concilio di Trento, la fontana del Nettuno è un’opera rinascimentale che si inserisce nel più vasto programma di rinnovamento architettonico del centro di Bologna, e in particolare di Piazza Maggiore, promosso dal Vice Legato pontificio Pier Donato Cesi.

In questo riordino urbanistico di vaste proporzioni furono realizzati il portico dei Banchi su disegno del Vignola (1565), oltre alla nuova sede dell’Archiginnasio (1563) e alla antistante piazza delle Scuole (oggi piazza Galvani), mentre prese corpo anche un complesso programma di approvvigionamento di acqua corrente sfruttando un nuovo acquedotto proveniente dall’area collinare nei pressi del convento di San Michele in Bosco (fonti di Valverde collegate alla più antica fonte Remonda), che avrebbe alimentato un sistema di fontane pubbliche da collocarsi nei pressi del palazzo Apostolico (palazzo Comunale).

Simbolo del governo pontificio

Frutto di un progetto di collaborazione tra un architetto, Tommaso Laureti, e uno scultore, il Giambologna (Jean de Boulogne), questa fontana venne immaginata fin dall’inizio come simbolo spettacolare della munificenza e del buon governo pontificio, tanto che la sua originale denominazione di Aqua Pia (in onore di Pio IV), ne riflette in pieno l’intenzione.

Essa fu concepita all’insegna della simmetria e dello slancio verticale d’insieme, con i diversi gruppi di figure (delfini, sirene, stemmi araldici, putti) disposti attorno alla figura serpentinata del Nettuno posto a coronamento della struttura monumentale.

Le iscrizioni ai lati della vasca

Le quattro iscrizioni poste ai lati della grande vasca in marmo di Verona:

  • Fori Ornamento (a ornamento della piazza);
  • Aere Publico (realizzato con denaro pubblico);
  • Populi Commodo (ad uso del popolo);
  • MDLXIIII (1564),

avrebbero illustrato efficacemente il programma finanziario, lo scopo e il ruolo dei committenti, i cui nomi sono altrettanto riportati in lettere capitali latine:
Pius IIII Pont. Max (Pio IV Pontefice Massimo);
Petrus Donatus Caesius  Gubernator (Pier Donato Cesi, Cardinale Vice Legato);
Carolus Borromaeus Cardinalis (Carlo Borromeo, Cardinale Legato);
S.P.Q.B. (Senatus Populusque Bonononiensis, ovvero il Reggimento di Bologna).

cartiglio

L’acqua di fonte doveva sgorgare copiosa dai 38 ugelli che fuoriuscivano da altrettante figure in bronzo, rendendo “vivo” il monumento e accrescendone la magnificenza per effetto della tecnologia.

Il Cesi ricercò l’isolamento della fontana e l’idea di circondarla con una balaustra protettiva in ferro (rimossa nel 1888) ne accentuò il carattere di pura esperienza visiva e simbolica.

Alla preziosa acqua di sorgente si poteva avere infatti accesso soltanto da una seconda grande fontana pubblica a muro collocata nella vicina piazza del mercato de’Pollaroli. Anche questa seconda fontana, oggi nota come Fontana Vecchia e recentemente restaurata, fu progettata dal Laureti e disposta lungo la facciata settentrionale del palazzo Comunale (oggi lungo la via Ugo Bassi).