press-29-giugno-2016

Nella Cappella farnese di Palazzo d’Accursio il primo incontro del ciclo di appuntamenti dedicati al progetto di conservazione e restauro della Fontana del Nettuno.

In occasione della partenza dei lavori di conservazione e restauro della Fontana del Nettuno, l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, ed in particolare l’Istituto di Studi Avanzati (ISA), ha selezionato come ISA TOPIC 2016 un progetto, presentato dal prof. Rocco Mazzeo, che si propone di mobilitare la riflessione e il coinvolgimento di ampi settori della comunità accademica ed extra-accademica, coinvolgendo quindi anche la cittadinanza, attraverso un ciclo di incontri e tavole rotonde che racconteranno in maniera inedita il progetto che farà tornare al suo antico splendore uno dei simboli di Bologna.

Gli imponenti lavori di restauro, realizzati a partire dal lavoro di un Comitato Scientifico costituito nel maggio 2015 dal Comune di Bologna, l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma (ISCR), la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’Istituzione Bologna Musei, l’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna (IBC) e QN – Il Resto del Carlino hanno lo scopo di restituire alla città questa antica fonte di vita e di bellezza, progettata dall’architetto e pittore palermitano Tommaso Laureti nel 1563.

Il primo appuntamento, il convegno “Salviamo il Gigante – La Fontana del Nettuno salvata dalle acque e dall’ambiente” si è tenuto mercoledì 29 giugno nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, e ha illustrato le motivazioni che sono alla base dell’intero progetto. Attraverso una ricostruzione storica degli interventi condotti tra il 1988 ed il 1993 da Giovanni Morigi e Ottorino Nonfarmale, si è giunti al progetto attuale raccontato nelle scelte strategiche e tecnico-scientifiche da vari esponenti degli enti coinvolti.

Il convegno è stata l’occasione per la comunità accademica, cittadini e curiosi di approfondire e comprendere meglio gli studi e gli interventi che sono in corso di realizzazione grazie al coinvolgimento di cinque Dipartimenti dell’Alma Mater (Architettura, Ingegneria, Ingegneria Industriale, Chimica e Scienze Biologiche) in sinergia con le professionalità dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro di Roma e del CNR di Pisa. Dalle indagini diagnostiche chimiche mirate a caratterizzare sia le patine di corrosione dei bronzi che di alterazione delle superfici lapidee, all’analisi delle caratteristiche biologiche e chimiche delle acque; dall’analisi storica del manufatto fino all’odierno funzionamento dell’impianto idraulico e di ricircolo.

Elementi guida del convegno sono stati la diagnostica, l’acqua e la luce, che saranno approfonditi nel corso di tavole rotonde tematiche previste in autunno.

Al termine dei lavori di restauro si terrà, poi, un incontro conclusivo che sarà l’occasione per presentare al grande pubblico tutte le attività che hanno condotto alle scelte metodologiche adottate durante questo importante e culturalmente rivoluzionario progetto di restauro della “fontana della citta”.

Sì, perché a chi osserva oggi il Nettuno, se non fosse per la presenza della vasca, parrebbe di ammirare una statua più che una fontana. La scarsità di zampilli e giochi d’acqua hanno fatto sì che i bolognesi la chiamassero familiarmente “il Gigante” (al Żigànt in dialetto bolognese), alludendo alla statua e non alla fontana. Non ha mai funzionato bene dall’origine, non può funzionare bene ora, ma potrà invece, per la prima volta grazie a questi studi, essere una splendida fontana rinascimentale.